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Ruggero Razza “Un Piano Mattei per la Sicilia”

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PALERMO (ITALPRESS) – “Nessun governo come quello di Giorgia Meloni ha mai acceso così tanto i riflettori sul Sud. La fiscalità di vantaggio con nuove Zes e gli investimenti infrastrutturali sono due esempi, ma è la concezione di centralità dell’Italia in Africa, attraverso il piano Mattei, che ci consegna un cambio di paradigma. Era un continente lasciato al controllo della Cina e della Russia, oggi è diventato il cuore della politica estera italiana che torna a parlare di Mediterraneo”. Così, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, l’ex assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza, secondo cui “Il piano del Mare (ndr. a Trieste inizia il forum) è una delle novità di questa esperienza di governo e, da siciliano, sono orgoglioso che questa ‘start-up’ sia stata affidata alla esperienza di Musumeci, che guida con grande impegno anche i due strategici dipartimenti della Protezione civile e di Casa Italia. Per noi l’economia blu, che rappresenta una quota di circa il 10% del Pil, è sintesi di grandi eccellenze nazionali: la cantieristica navale, le tecnologie, i tesori subacquei, la pesca, l’acquacultura, i porti, le piattaforme logistiche, la sicurezza. Per la Sicilia il mare è una tradizione plurisecolare. Nel futuro ci sono investimenti enormi: i corridoi energetici di collegamento con l’Africa, i gasdotti, le fibre digitali che connettono tre continenti, lo sviluppo delle energie alterna tive. E poi la ricerca che offre nell’Isola esempi di grande valore scientifico. Ma assieme al piano del Mare, ritorno sul tema, è nel Mediterraneo la nostra sfida strategica per invertire una tendenza all’emigrazione e produrre occasioni di lavoro: vale come prospettiva, ma è anche la rilettura in chiave aggiornata delle ragioni della nostra Autonomia”.
Razza indica quattro esempi su come bisognerebbe agire, “il cui fattore moltiplicatore può essere dirompente. Il primo: affiancare al Ponte, tornato finalmente a essere priorità nazionale, la realizzazione di un grande porto-hub. Secondo: realizzare finalmente il politecnico del Mediterraneo, un grande po- lo tecnologico universitario e post che sia la casa naturale anche per formare le nuovi classi dirigenti africane e che parli con il polo digitale e green con la Sicilia al centro degli investimenti di Enel ed St. Terzo: rilanciare processi di grande ri- cerca scientifica e integrazione culturale, a partire dalla fondazione RiMed: oggi è il più grande cantiere aperto in tutto il Sud e ospiterà un migliaio di ricercatori da tutto il mondo. Quarto: affrontare il nodo dei trasporti aerei e, per noi, rilanciare il tema del nuovo aeroporto del Mediterraneo”.
In merito all’aeroporto di Catania e alla gestione Sac, “non mi piacciono le polemiche – commenta – e osservo, ancora una volta, che spesso sono coinvolto senza motivo. Parliamo di futuro. Chiediamoci se possiamo puntare ad avere un aeroporto hub che superi i 35 milioni di passeggeri annui. La politica programma e individua obiettivi prima del tempo. E in questo caso noi non possiamo fare a meno di ricordare che ne parliamo da venti anni, da quando Musumeci era presidente della Provincia”.
“Quella di Musumeci è stata una esperienza di governo esaltante, che resterà nel cuore dei siciliani – sottolinea Razza -. Considero un onore avervi partecipato. Sul governo del presidente Schifani posso dire solo bene: sta interpretando la presidenza in modo diverso da Nello, ma è giusto che sia cosi perchè ogni governatore vuole imporre la sua agenda e la sua impronta. Sono convinto ci riuscirà anche grazie al ruolo dell’Ars, guidata con spirito istituzionale dal presidente Galvagno. Prima parlavo di programmazione. A differenza nostra, il governo Schifani ha l’opportunità di un governo nazionale che vuole sostenere la Sicilia e non si è trovato una programmazione europea già scritta e un patto per il Sud, quello firmato da Renzi e Crocetta, fatto in grande parte di interventi parcellizzati e privi di strategia, se non di progettazione. Oggi si possono rendere complementari gli investimenti siciliani con quelli nazionali e bisogna farlo con una discussione parallela alla legge di stabilità regionale. Sono certo che il nostro capogruppo, Assenza, guiderà sul tema degli investimenti un ragionamento serio: non disperdere le risorse a disposizione della Regione e pianificare assieme alla finanziaria il nuovo Fsc, libero per oltre 5 miliardi, dentro il quale può trovare linfa un Piano per la Sicilia nel Mediterraneo, complementare e sinergico con il Piano Mattei”. In merito alle lite del centrodestra sulla Sanità, “non voglio entrare in un tema che mi vede del tutto estraneo, oltre che per ragioni di stile dovute al rispetto che devo al mio successore – dichiara -. Mi permetto solo di osservare che si sceglie chi avrà la responsabilità di investimenti enormi, di realizzare il Pnrr, che da solo vale circa 800 milioni, di portare a termine progetti già in corso. Ci si orienti sui migliori, come ha detto il presidente della Regione”.
Poi, un commento su Fratelli d’Italia, di cui è esponente di spicco: “In Fdl non esistono correnti e proprio due giorni fa si è celebrata un’assemblea nazionale che ha ribadito unità attorno al nostro leader – commenta -. Siamo compatti e, semmai, dobbiamo solo avvertire di più la responsabilità di far pesare sul piano dei contenuti politici il nostro impulso, in sinergia con i coordinatori regionali, con i parlamentari nazionali e regionali, con gli uomini e le donne al governo, con gli amministratori locali. Stride una lettura su equilibri, o, forse, equilibrismi, nei rapporti tra i partiti della coalizione. Fdi vuole essere il partito di tutti i siciliani che guardano con fiducia al futuro della nazione e della nostra isola”. Ed in merito ad i suoi impegni futuri, sottolinea: “Enzo Trantino, il maestro di tanti di noi, mi ha sempre ricordato che la toga non si lascia mai, perchè è nella toga la nostra libertà. Sono ritornato con piacere alle mie carte, mai davvero lasciate, e seguo con attenzione i miei due impegni giudiziari. Questi ultimi con lo spirito che mi è stato insegnato da mio padre: rigore e rispetto. Nel rispetto c’è quello dei doveri avuti e anche quello dei diritti costituzionali, che valgono per ciascun cittadino. Aggiungo al rigore e al rispetto la fiducia. Non bisogna temere di essere chiamati a rendere conto del proprio operato e bisogna avere fiducia nella magistratura, perchè chi è stato nelle istituzioni deve credere nelle istituzioni”. E su una sua eventuale corsa alle Europee: “La fermo subito. Avere riscoperto la militanza è bello, perchè consente di proiettare le proprie idee in progetti. In politica, come nella vita, bisogna sapere stare in prima fila ed anche in ultima. Non pensavo, quando ho iniziato a scuola, che avrei avuto la possibilità di incarichi istituzionali. Oggi non inseguo nulla, se non il piacere di avere idee e di volerle continuare ad affermare, senza secondi fini e restando legato prima di tutto al mio lavoro”, conclude.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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