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A Misilmeri l’ultimo saluto a Sara, la studentessa vittima di femminicidio a Messina

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A Misilmeri l’ultimo saluto a Sara, la studentessa vittima di femminicidio a Messina

MISILMERI (PALERMO) (ITALPRESS) – Misilmeri piange Sara Campanella, la studentessa universitaria uccisa lo scorso 31 marzo a Messina dal collega Stefano Argentino. Oggi è il giorno dei funerali. La città è in lutto. La salma della ragazza è stata portata a spalla dalla chiesa delle Anime Sante, dove si è tenuta la camera ardente, alla chiesa madre che si trova nella stessa piazza.

Un lungo applauso della folla che si è raccolta davanti alla chiesa San Giovanni Battista ha accolto l’arrivo della bara bianca. Ai funerali sono presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Renato Schifani, accompagnato dal deputato Gaspare Vitrano, i sindaci di Messina, Federico Basile, e di Misilmeri, Rosario Rizzolo.

Le parole dell’arcivescovo

“Siamo qui, sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Sara. Corpo martoriato. Sacrificato. Vita che ci è stata rubata. Perché? Ancora una volta, risuona un grido: perché? Perché questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Cetty e Alessandro, al fratello Claudio, ai familiari, al fidanzato, agli amici, alla città intera? Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele”. Così l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nell’omelia per pronunciata in una chiesa gremita. “L’uomo – dice la Bibbia – ha due strade: quella della relazione e quella della violenza – sottolinea l’arcivescovo -. Ma vediamo come la violenza abbia ancora distrutto la bellezza di Sara, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua vocazione professionale e la relazione con l’uomo che lei liberamente aveva scelto di amare. Senza parole. In certi momenti si vorrebbe solo stare in silenzio e piangere sommessamente un dolore indicibile, inaudito. Un corpo che esplodeva di vita, il corpo di Sara è davanti a noi, esanime e sfigurato da un’inaudita incomprensibile violenza. E in questo corpo trafitto ci sembra che sia racchiuso il dolore di un mondo nel quale ancora domina la violenza. In particolare sulle donne. Oggi, in questo mondo sempre più segnato da violenta brutalità e lacerato da conflitti, assistiamo alla barbarie di corpi abusati, mutilati, eliminati, ricacciati e rinchiusi in luoghi di tortura. Ma la violenza, ogni forma di violenza, per qualsiasi motivo si scateni, è sempre un fallimento che riguarda tutti”. “Nel corpo di Sara – sottolinea monsignor Corrado Lorefice – piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. E vi doniamo le nostre lacrime. L’intera famiglia umana oggi piange Sara”.

– foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS).

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